Una lettera fra i fiocchi di neve

Arriva l’ora di dirti, cara preziosa Tu, che ogni virgola che t’ho detto oggi forse non l’avro’ espressa bene, ma non credo potesse essere liquidata con “ci fosse una volta che capissi qualcosa”, perche’ sono convinto di cio’ che dico, perche’ anche se sono stressato ed ho difficolta’ a concentrarmi (pure il campo visivo e’ stato faticoso!), il mio animo e’ sempre quello e i miei neuroni costruiscono gli stessi pensieri e valori.

Te lo grido qui, che hai un cuore fragile da cogliere come si coglie una foglia di primavera, fragile appunto.
Ma come essere accettata se tu per prima non ti accetti? Io non conosco persone che siano state accettate in quel tempo, in quella tua eta’. Ce ne sono, ma son quelle o che entrano in qualche comunita’ (scout, parrocchia, associazione, partito, movimento…) o? O non lo so.
Io non feci parte di quell’elite di accettati. Pero’ accidenti, penso sia sbagliato che…
Si, alt. IO, punto. PENSO, punto. E magari mi dirai che non capisco nulla, ormai e’ la risposta predefinita, ma la penso cosi’ lo stesso.
Penso sia sbagliato riporre le speranze in una persona. Un amico, un ragazzo, un papa’ o quel che sia. Perche’ gli esseri umani sono fragili e possono sbagliare, possono andare in una direzione e poi in un’altra, vagano come tartarughine nell’acqua sospinte dalle correnti in cerca della meta o almeno di un po’ di caldo sole.
Allora pensi che se Lui non ha saputo, potuto o voluto ricambiare il tuo sentimento tutto crolla? E cosa significa? Che se lui non c’e’, tu perdi il senso d’essere e l’unica strada e’ copiarti nel cestino e cliccare su svuota cestino o copiarti su una penna usb e lasciarla vagare sospinta dal caso?
Sbagli. Si’, sbagli. Sbagli a non accettarti, a non volerti un minimo di bene, e sbagli a pensare che se qualcuno non ricambia, per voglia, scelta o che, cio’ che tu provi per lui vuol dire che nulla ha senso.
Se quel giorno di settembre avessi lasciato crollare il mondo non avresti fatto altri incontri, vissuto altre emozioni. Se adesso lascerai che l’ancestrale dolore si riprenda le conquiste fatte, a quanti altri incontri ed emozioni chiuderai la porta?
Se quei giorni dell’infanzia… se il primo giugno 2010… se quel giorno di febbraio 2012… se il 29 agosto o due giorni dopo… se uno anche di questi se avesse avuto uno sviluppo diverso, non ci sarebbe stato quel vostro giorno a Milano, quella sua frase, quella normalita’ che puoi avere, che meriti, ma che per le foglie piu’ sensibili arriva con l’aumentare dell’eta’, loro e di chi sta loro attorno.
E’ facile buttar via la gioia e sentirsi sopraffatti dal dolore, io ne sono l’esempio tante volte. E allora non seguire me, ma nemmeno il tuo lato oscuro. Tu meriti. Ma non tutti meritano o sanno apprezzare te. Datti del tempo. Il tunnel e’ quasi finito. All’uscita cambiera’ il paesaggio, come quando sbuchi fuori da un tunnel di montagna! La’ fuori cambieranno le teste e i cuori di chi ti e’ attorno e avrai nuove scelte, oltre alle persone che gia’ conosci e a quel divano di Milano. Non lasciar andare tutto ora.
E se ancora una volta non ho capito niente, raccogli comunque questi pensieri. Foss’anche solo perche’ vengono da chi c’era prima di te e tante cose le ha gia’ vissute o viste vivere. Non buttare via la possibilita’ d’essere felice… non scappare dai problemi come chi condanni per lo stesso atteggiamento. OK dopo questa non vorrai piu’ leggere quindi mi fermo qui.
PS: e perche’ l’anno prossimo non ti fermi e vai a fare un anno di servizio civile da qualche parte? Ti pagano vitto e alloggio ed e’ un modo per allontanarti dal mondo che non reggi, fare un’esperienza diversa senza per questo buttare tutto al vento.
OK, mi fermo davvero, ma pensaci. E’ una strada per essere te ed essere accettata per chi sei nella tua indole piu’ autentica.