La differenza fra me e te

Io sono qui e tu anche, sotto il sole d’autunno di questo parco.
Io respiro l’aria, sento gli odori, vedo i colori e tu anche.

Siamo nello stesso ambiente ma siamo cosi’ diversi. In comune abbiamo solo il posto dove siamo, nemmeno la percezione dello stesso.

Io ho scelto di venire qui.
Tu sei stato portato.

Io sono rilassato e incuriosito.
Tu sei concentrato e affaticato.

Io se ho sete posso andare al bar a prendere qualcosa.
Tu bevi quando lo decidono altri.

Io se mi stanco posso andare a casa.
Tu resti qui finche’ lo decidono altri.

Io posso decidere se camminare, correre o fermarmi.
Tu fai quello che decidono altri.

Io potevo decidere che non avevo voglia di venire qui oggi.
Tu se anche l’hai espresso sei stato portato comunque.

Io sono qui perche’ mi sento a mio agio.
Tu resti qui anche se non ti ci senti e suoni volti colori ti spaventano.

Io sono un essere umano, razza di predatori evoluti.
Tu sei un cavallo, razza di prede e oggi schiavi per il divertimento di noi “evoluti”.

Dedicato a uno dei cavalli che ho incontrato 10 anni fa in un concorso equestre in un parco della mia citta’ e a quella povera creatura morta ieri dopo un percorso a ostacoli a Verona.

E consoliamoci. “E’ morto facendo quello che amava”. Si’? Aveva scelta?
Perche’ e’ morto ce lo dira’ l’autopsia. Ma anche se non ci fosse correlazione con l’impegno fisico che gli veniva richiesto (non solo per i salti ma anche per i trasferimenti) resta il fatto che non e’ morto mentre faceva quello che amava. E’ morto mentre faceva quello che vogliamo noi umani dominatori dei suoi istinti. E quando penso che c’e’ chi trova tutto questo sensato e ci sono migliaia di maneggi al mondo in cui facciamo crescere ragazzini convincendoli che e’ normale imporsi sugli altri mi chiedo dove stia il progresso della razza umana!

E allora mi si conceda almeno un post in cui scrivo, come ho fatto, che questi sono i nostri schiavi. Noi decidiamo cosa fanno, dove vanno, quando possono mangiare, quando devono saltare, correre, camminare, dormire, socializzare, quando possono muoversi e quando devono stare legati, magari perche’ c’e’ uno show e non devono apparire sporchi per essersi rotolati per terra.

Non metto in dubbio l’amore che tanti provano per i propri cavalli ma vorrei che provaste a immaginare la vita dal loro punto di vista. A voi piacerebbe vivere cosi’?

Il re e’ nudo

Scrive don Gianni nel nostro bollettino parrocchiale:

Ho avuto la fortuna di ritrovarmi con un amico d’infanzia. Ha compiuto una carriera brillante nel mondo della finanza ed ora è dentro le segrete cose di quell’ambiente. […] Mi ha spiegato che le grandi banche mondiali (non le piccole realtà del nostro territorio che sono altra minestra) si reggono ormai su una finanza insostenibile. Usano trucchi e artifici per nascondere situazioni senza fondamento. La loro ricchezza sta nel fatto che ancora la gente si fida del sistema e tutti sono convinti che qualcuno lo salverà. Ma sostiene che gli indignados hanno scoperto che il re è nudo e la loro protesta, non sempre condivisibile, sta indicando le strade giuste per ritornare ad un mondo più equo. Ne sono sbalordito.

Ora, il fatto che le borse di mezza Europa siano crollate perche’ in Grecia hanno avuto la decenza di indire un referendum per CHIEDERE alla popolazione se e’ disposta ad accettare le (folli, a mio avviso) pretese dell’Europa per avere aiuti, a me sembra la conferma della paura dei mercati d’essere stati scoperti. Il re e’ nudo e la gente ne ha le scatole piene di pagare per gli errori e l’opulenza di pochi.