Gli sconfitti

Non si dovrebbe gioire delle altrui sconfitte perche’ ogni giorno siamo vincenti e perdenti, a tutti capita di passare da un ruolo all’altro, pero’ ci sono alcuni risultati di questa tornata elettorale per cui non posso che rallegrarmi.

Hanno perso i colpi bassi, come accusare il proprio avversario di qualcosa di infamante durante un dibattito TV sapendo che in quella sede non potra’ piu’ replicare. E l’ha fatto un ex ministro dell’istruzione. Che esempio!

Ha perso quel vescovo di Trieste che diceva che non e’ lecito al cristiano appoggiare partiti che su questioni etiche fondamentali hanno espresso posizioni contrarie alle posizioni della Chiesa. Non e’ che i triestini siano tutti infedeli o privi di etica. No, pensano con la loro testa per fortuna e non si fanno piu’ comandare nelle scelte sociali. E ci mancherebbe.

Hanno perso i cartelloni elettorali offensivi tipo “Milano zingaropoli con Pisapia”, “Moschea a Milano: e se fosse nel tuo quartiere? Fermiamoli” ecc.

Ha perso chi considera il web come una TV in cui riversare la solita propaganda e offre risposte preconfezionate anche a domande ironiche. No signori, se venite su questo media vi confrontate faccia a faccia e vi mettete in gioco.

Hanno perso quelli che andavano fuori dalle chiese di Milano a dire per chi non votare. Gesu’, tornasse, vi caccerebbe dal sagrato del tempio.

Ha perso e in molte citta’ un partito che da anni ha fatto la sua fortuna evocando paura e diffidenza. Il vento che cambia forse e’ questo, e’ l’apertura al prossimo.

Ha perso quell’idea appunto perdente del Partito Democratico di diventare un partito tanto di centro e un po’ di centro-sinistra. Dividetevi. I centristi vadano con l’UDC ora che s’e’ staccato dal centro-destra e gli altri tornino a fare un vero centro-sinistra.

Y.

E per Yara che e’ volata in cielo
che la stavamo tutti ad aspettare
che avrei regalato il mondo intero
pur di vederla ritornare…

Penso che il Maestro Vecchioni non se la prenda se cambio due strofe della splendida canzone con cui ha trionfato a Sanremo. E’ che io la canto sempre cosi’, mi e’ venuto naturale fin dall’inizio e oggi mi pare giusto dedicarla alla memoria di quell’angelo.

La pace in Palestina ed Israele

Ecco come dovrebbe andare, se cadessero gli interessi economici che spingono molti paesi a sostenere Israele e chiudere entrambi gli occhi sulle condizioni nelle quali sono costretti a sopravvivere i palestinesi:

Presidente USA: Volete far pace si’ o no? Tornate ai confini del ’67, riconoscete la Palestina come Stato libero e indipendente e loro si impegneranno a fare altrettanto con voi.

Premier Israele: NO!!! Cosi’ non possiamo difenderci!

Presidente USA: OK, allora noi non porremo piu’ il veto alle risoluzioni ONU che condannano i vostri massacri di civili palestinesi e propongono il dispiegamento di forze internazionali di pace.

Premier Israele: Cattivo! Sei contro Israele anche tu!

Presidente USA: …finito?

Premier Israele: No! Cattivo! Vuoi la fine di Israele!

Presidente USA: (alza il telefono) Avvisate i piloti dell’Air Force One, vado a N.Y. al Palazzo di vetro per un consiglio di sicurezza urgente.

Premier Israele: No, ok, beh, si’ dai, i confini del ’67 non sono male… pero’ a convincere i palestinesi ci pensate voi.

E vissero tutti felici e contenti…

Magari fra qualche centinaio di anni succedera’… tanto il panorama economico mondiale sta cambiando e cio’ che era ieri non e’ detto che restera’ uguale domani.

Ai soliti che arriveranno qui accusandomi di ogni nefandezza perche’ critico Israele chiedo: perche’ quello Stato ha diritto di massacrare i civili?

Un colpo al cuore

Il mio amico e parroco don Danilo se ne va.
Lo hanno nominato Moderatore di Curia. Ruolo importante, che certo sapra’ gestire al meglio. Incarico che forse sara’ anche piu’ tranquillo dei cinque anni e mezzo vissuti fra noi a Carpenedo.

Pero’ e’ sempre un amico che se ne va. Un rapporto che cambia.

Equilibri e cose in parrocchia che mutano sono secondari, la verita’ e’ che mi manchera’ anzi no, cos’e’ questo tono formale? Mi mancherai da matti e sappi che i tuoi semi qui hanno germogliato e lasceranno il segno.

Grazie a te, ascoltandoti nelle omelie che mettiamo sul sito e leggendoti su Lettera Aperta mi sono riavvicinato alla Chiesa. Confessarmi con te, seduti l’uno di fronte all’altro, e’ stato un salto rispetto ai tempi dell’infanzia e del confessionale. Sai di me tante cose che pochi altri sanno. Mi ascolti e oltre all’Assoluzione hai sempre offerto una chiave di lettura Cristiana e talvolta anche psicologica alle mie traversie emotive. Mi hai riavvicinato all’Eucarestia, anche se il tuo cruccio restera’ di non avermi convinto a venire a Messa ogni settimana.

Hai creduto in me quando cadevo e quando proponevo. Abbiamo tentato, a volte fallito, a volte festeggiato insieme. Hai capito i miei limiti e compreso le mie arrabbiature, a volte giuste, a volte no. Mi hai dato fiducia con i laboratori del GREST l’anno scorso e anche quest’anno. Mi manchera’ venir su da te, senza bisogno di essere annunciato, da amico, farti sorprese, rispondere ai tuoi SMS anche notturni per il PC che fa i capricci (“sigh sigh tornero’ a usare gessetto e lavagnetta”), chiederti una preghiera per amici che magari non conoscevi, per me o per mia madre. Ricordo la tua vicinanza in occasione del mio e dei suoi interventi…

Sei stato un meraviglioso parroco e sei un vero amico.
Grazie di cuore per questi anni… che la tua strada sia lieta e tutto vada sempre come lo desideri. Preghero’ per te.

La mia lettera al Gazzettino e la risposta piu’ inattesa

Domenica ho scritto una lettera al Gazzettino circa la sconvolgente e a mio avviso prepotente iniziativa di una Messa “per i bambini uccisi dall’aborto” che si celebra nella cappella dell’ospedale dell’Angelo di Mestre.

Mi aspettavo due cose: di vederla sul sito web e di essere mangiato vivo dagli amici sacerdoti che ho la fortuna di conoscere.

Sul sito non e’ apparsa, tanto che pensavo fosse stata cestinata (il tema e’ delicato) e invece… questa mattina mi chiama il caro don Armando Trevisiol che si dice compiaciuto per la mia lettera e d’accordo con la mia critica. Ovviamente lui considera l’aborto un delitto, ma condivide la mia opinione che quella Messa sia un’iniziativa di cattivo gusto.

La lettera quindi e’ stata pubblicata. Non sul sito, direttamente sul giornale, pure nell’edizione nazionale, tant’e’ che e’ gia’ finita nella rassegna stampa della diocesi di Padova.

Beh… sono contento!
Ora speriamo che chi puo’ faccia la scelta giusta.

Edit del 21/5: oggi il Gazzettino ha pubblicato la lettera anche sul sito. Mi piace il titolo che hanno scelto: “Una messa per i bambini “uccisi dall’aborto”: polemica inutile, via quell’avviso dall’ospedale”. Speriamo!

Notte, musica, pspad…

Stanotte si programma, e al solito si fanno tre cose alla volta, fra cui due update di siti religiosi di cui mi occupo. Serve a usare l’adrenalina di una giornata in cui sono state seminate cose buone per il futuro prossimo e si sono fatti alcuni errori che era meglio non fare.

Nel mentre un live dei Tazenda tutto in sardo mi riporta al 1992 cosi’ guardo al domani ricordando i sapori di ieri…

The Sims educa all’omosessualita’, dicono

Ecco una barzelletta, tanto per finire fra le risate la giornata.

Con queste cose non si fa il volere di Dio, si allontana e crea diffidenza verso la Chiesa e i credenti.

Chi lo dice a tutti quei tizi allarmati che il primo commento di una ragazzina che ha letto questa notizia e’ stato “ehm e comunque che c’è di male ad essere così semmai?

Rassicura pensare che quando loro saranno troppo vecchi per continuare queste inutili polemiche o tentare di influenzare il mondo, nei “posti di comando” ci saranno giovani come questa ragazza, cresciuti con una mentalita’ aperta e rispettosa di tutti.

Preti

Se tutti i sacerdoti che vanno in tv o scrivono sui giornali fossero come quelli che lavorano silenziosamente nelle parrocchie, ci sarebbero molte meno persone “lontane” dalla Chiesa.

Mentre sui media preti e cattolici famosi sbraitano contro questo, quello e quell’altro, sacerdoti di citta’, delle parrocchie, usano parole come “temi delicati” e “rispetto”.

Ci vorrebbero meno showman e piu’ preti veri, impegnati fra la gente, stanchi la sera dopo una giornata ad aiutare e ascoltare.

Fara’ male o non fara’ male?

E’ bello avere certezze granitiche. O e’ cosi’ o non lo e’. Per me lo e’ quindi agisco cosi’ e non coli’.
Il problema arriva quando inizi a domandarti se le cose sono davvero come pensi tu e la tua certezza granitica vacilla.

Allora cerchi di informarti ma, ops, non c’e’ certezza scientifica. Persone competenti dicono una cosa, altre dicono forse l’opposto. Forse. Perche’ c’e’ chi dice non dovrebbe e chi dice forse potrebbe. Non c’e’ ne’ un si’ ne’ un no, e tu che hai evitato il problema fino ad oggi ti trovi spiazzato.

Il problema sono le reti wireless o wi-fi che dir si voglia.
Fin qui le ho evitate, pur essendone immerso: in casa me ne arrivano in media sei dei vicini (e parlo di quelle visibili…), fra cui una potentissima (fra 80 e 100%!) giusta giusta in linea con la sala da pranzo dove mia madre guarda la TV.
Per strada e nei negozi arrivano quelle dei condomini e degli uffici.
Dal mio medico ce ne sono diverse. In molti luoghi pubblici c’e’ anche Venice Connected (che e’ aperta, gratuita e comoda, un bel regalo del comune!!!). Non contiamo quelle delle tante telecamere wifi sparse per la citta’…

Insomma, sono immerso, siamo immersi nelle reti wireless ma fin qui avevo scelto di non farne uso, spesso andando controcorrente.
Ora dovrei usarla, ma i dubbi regnano sovrani, soprattutto per il bene dei miei familiari. Mia madre e’ convinta che ci sia ben altro che fa male. Lo stesso mi dicono diversi medici che ho interpellato e il buon Giuseppe, un futuro da ricercatore farmacologico.

D’altro canto nessuno dice che fa sicuramente male. Potrebbe. Ma non c’e’ la certezza. Ci sono solo ipotesi. Sul wifi, ma ancor piu’ sui cellulari allora, che hanno un segnale piu’ potente. E quelli volenti o nolenti li usiamo tutti, spesso a lungo (ora che ci sono flat e offerte speciali), cosi’ cade pure il discorso “il cell lo usi per brevi chiamate mentre la rete wifi e’ sempre attiva”.

Provo quindi ad affrontare il problema in un altro modo.
Consiglierei a qualcuno di usare una rete senza fili?

Risposta articolata:
– Se gli e’ indispensabile (es. se ha apparecchiature non dotate di connessione cablata)
– Se non soffre di sensibilita’ alle onde elettromagnetiche (quella cosa per cui con un emettitore wifi in prossimita’ senti la testa pesante)
– Senza esagerare (es. non tenendola accesa 24/24 ma solo quando serve)
– Annotando eventuali variazioni comportamentali, dell’umore o dello stato fisico dei parenti piu’ fragili (bambini, anziani, persone che sono/sono state affette da patologie importanti)
– Consultandosi con medici specialisti per raccogliere piu’ pareri possibili soprattutto in relazione alle patologie di cui si e’ stati affetti in famiglia.

Un altro parere importante infatti me la dara’ il medico da cui andra’ mia madre a giugno e che contribui’ a curarle una importante patologia (quella con cui l’individuo che purtroppo abbiamo come premier definisce i magistrati di Milano, e solo per aver usato quel termine per quanto mi riguarda non e’ piu’ degno della sua carica).
E mentre aspettera’ il suo turno sara’ esposta al segnale di una rete wifi visibile (e magari altre non visibili), oltre che di numerosi cellulari.

Ma e’ una mia paura, lei e’ ben convinta che ci sia ben altro che fa male e intanto si gode, per brevi momenti nella giornata, il suo tablet e inizia a esplorare il web ed i blog divertendosi un mondo e guadagnandone in buon umore e disintossicazione dai tg.

Intanto ringrazio per la pazienza tutte le persone a cui in questi giorni ho fatto mille domande! :)

E… voi che leggete cosa ne pensate?

Update dell’11/5/2011: “ho provato a navigare ma non funzionava niente” “ehm… dovevi dirmi di attivare la rete wifi” “non voglio dipendere da te e doverti chiedere il permesso per navigare”. Qui i ruoli si invertono, aiuto! Le ho detto che se a giugno avremo il via libera di quel medico avra’ la sua wifi quando vuole.

Commenti? Si’, se costruttivi…

Una precisazione. I commenti in questo blog sono graditi, soprattutto quelli che esprimono punti di vista diversi dal mio. Devono pero’ rispettare tre regole:
1) non devono contenere polemiche gratuite;
2) se io e l’autore ci conosciamo egli deve usare il suo nome o nick e non altri, che tanto se no si riconosce dall’IP o dal modo di scrivere;
3) devono essere in tema con il post a cui si riferiscono.

Questo blog esiste per passione e proprio perche’ non ha secondi fini non contiene banner pubblicitari. Lo aggiorno quando ho tempo e se qualcuno vuole commentare e’ il benvenuto, se rispetta le tre regole sopra esposte.

Chi mi scrive accusandomi di non apprezzare pareri diversi dal mio e motiva cosi’ i pochi commenti che un blog pressoche’ personale macina, fa parte delle persone che potrebbero esimersi dallo scrivere, soprattutto perche’ sto ancora cercando un nesso fra il post sugli agnelli da non sacrificare inutilmente e il commento sui dittatori. Non lo trovo, ma e’ un limite mio, o forse e’ perche’ sono abituato a ricevere commenti in tema e costruttivi. Infatti negli otto anni di questo blog ne ho dovuti bloccare solo tre.

Sorprese liete!

Visita oculistica annuale andata bene, tutto procede stabile e l’occhio sta bene.

Finiti i controlli di rito si parla di qualcosa. Cosa faccio. Accenno ai laboratori informatici al GREST che anche quest’anno mi e’ stato proposto di fare (e in parrocchia mi dicono che l’anno scorso e’ stato un successone, cosa che mi inorgoglisce assai). Mi chiede cosa insegno, poi si cade su Facebook. lo usi? e scopriamo di pensarla allo stesso modo: non solo non lo usiamo ma non capiamo quelli che lo fanno e diffondono cosi’ tante informazioni personali.

Ad avere queste idee a quanto pare siamo in buona compagnia.

Fa piacere trovare persone che condividono i propri dubbi e perplessita’. Ancor piu’ rende felice trovarle in chi piu’ stimi per altri motivi.

Brava dottoressa Franch!
(si’, mi ha autorizzato a raccontarlo nel blog ;) )

E’ (quasi) tempo di volare!

Filo dopo filo ho quasi raggiunto la meta di questa… rinascita personale.
E’ una lunga strada, anche perche’ 10 anni non sono un attimo e traslocare cuore e mente richiede un certo impegno, ma sono stato costretto e, in fondo, ne sono felice.

Se fosse un progetto conto terzi sarei nei guai perche’ per un motivo o per l’altro ho spostato tutte le deadline che mi ero dato. L’ultima sarebbe imminente ma la sposto indefinitamente e mi baso sul giusto commento di una delle persone che mi appoggiano e aiutano in questa nuova avventura: “sara’ pronto quando sarai pronto tu”. Io lo sono all’85%, piu’ che a marzo. Meno che a gennaio forse ma li c’era anche una dose di adrenalina (leggi “incavolatura”).

Le idee ci sono, la testa non dico che ci sia tutta ma e’ quasi ok. La rete umana (nel mondo reale) alle spalle c’e’. Manca poco ma devo sentirmelo dentro. Sicuramente entro giugno sara’ online perche’ fara’ parte di due progetti culturali nel “mondo reale”. Volevo finirlo prima del 5 maggio quando dovro’ affrontare una cosa, un po’ come avvenne con Mestre Solidale nel 2009 (nato certo per mantenere una promessa fatta a don Armando ma anche per tenere la mente occupata in un momento difficile), ma questa volta non ho saputo concentrarmi abbastanza. Pace, ogni esperienza e ogni tempo e’ diverso e comunque non c’e’ paragone fra quella situazione e questa.

La programmazione di questo progetto non e’ difficile e il grosso e’ fatto, anche se restano alcuni punti critici da affrontare. Il dominio c’e’ e ha tre mesi quindi evitiamo pure i problemi con gli antivirus che penalizzano i domini troppo giovani.
La prima vera difficolta’ e’ stata “pensare diversamente”, non programmare. La seconda difficolta’, pero’ formativa, e’ stata operare in team, ascoltare e accettare le proposte del gruppo volontario di care persone che, strumento penna di Photoshop alla mano l’una e tanta fantasia le altre, hanno stravolto, trasformato e personalizzato le mie bozze, con un risultato finale secondo me stupendo, fresco, moderno e vivace.

Il soggetto di questo post e’ volutamente vago. Chi mi conosce sa di cosa parlo, agli altri diro’ solo che sto creando qualcosa di nuovo. Non “mio” ma “nostro”, per tutti quelli che ne faranno parte. Qualcosa di culturale, divertente e social allo stesso tempo.
Un’utopia, forse, ma si vive per sognare.

E come cantano i Pooh:
E’ tempo di volare, qui niente cambia mai
non c’è più bisogno di noi, la vita è sogno.
E’ là che io voglio andare, è là che ti porterò
dove comincia il Sole, e nasce la libertà!
Grandi sognatori di terre e mari
guardan l’orizzonte aspettando noi!