Il mio social network si chiama Internet

All’ennesimo messaggio “dai vieni anche tu su Facebook!” “figo, su Facebook ho trovato tizio” o “caio e’ ormai facebook dipendente” devo dirlo: io NON ne voglio sapere.

Ho una email, e’ MIA e chiunque’ puo’ scrivermi, non soltanto gli iscritti a un sito.

Ho un blog e un sito web. Sono MIEI e chiunque puo’ vederli, non soltanto gli iscritti a un sito.

Decido IO quali informazioni dare di me e quando CANCELLARLE, che se ti iscrivi a Facebook e poi ti cancelli pare non sia del tutto semplice eliminare i tuoi dati (che almeno non restano pubblici cmq).

Mi fa sorridere chi dice di aver ritrovato vecchie conoscenze su FB visto che erano tutte persone facilmente rintracciabili via email.

Mi fa sorridere la strenua difesa della privacy contrapposta alla quantita’ di informazioni riversate nei social network.

Mi spaventa un po’ la facilita’ con cui troppa gente, forse per moda forse per vista corta, si chiude in un minuscolo feudo invece di usare le opportunita’ della Rete Globale.

Detto questo mi conforta moltissimo l’opinione del giornalista Massimo Mantellini. Intimamente lo spero anch’io, Massimo. Per il bene di Internet tutta.

Ma se i primi a discriminare sono loro!

Leggo sconcertato:

La Santa Sede critica il progetto di dichiarazione che la Francia intende presentare all’Assemblea dell’Onu, a nome dell’Unione Europea, per depenalizzare l’omosessualita’ nel mondo. “Tutto cio’ che va in favore del rispetto e della tutela delle persone – spiega l’osservatore permanente al Palazzo di Vetro, mons. Celestino Migliore in un’intervista all’agenzia francofona di informazione religiosa I Media – fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale, ma qui, la questione e’ un’altra: con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di Paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni”.

Da Repubblica.it

Sono sempre piu’ convinto che parte della Chiesa Cattolica stia perdendo la bussola e proceda verso una chiusura totale contro tutto cio’ che e’ diverso dal mondo che loro, in base alle loro convinzioni, ritengono Giusto e Vero. Loro convinzioni ripeto, perche’ Gesu’ non ha detto nulla del genere ne’ ha mai discriminato la donna, l’uomo, il diverso o il peccatore.

Anzi, cosa ha detto lui?!
SCAGLI LA PRIMA PIETRA…

E visto che oggi e’ la giornata mondiale contro l’AIDS non posso non chiedermi quante vite si salverebbero in piu’ se la Chiesa smettesse di opporsi all’uso del preservativo. L’amore fra due esseri viventi non puo’ essere finalizzato solo alla procreazione, non ha senso e dirlo umilia pure le coppie che non possono avere figli.

Ma torniamo alle discriminazioni…
Sono loro discriminano gli omosessuali impedendo loro di diventare sacerdoti.
Sono certi fondamentalisti cattolici che sulla base di un testo dell’Antico Testamento (che fra le altre vieta di toccare una donna che ha le mestruazioni o sedersi dove s’e’ seduta lei, di radersi, di tatuarsi e di mangiare crostacei) definiscono l’omosessualita’ un abominio.

Per fortuna la Chiesa con cui ho a che fare io, pur fatta di uomini radicati in un certo modo di pensare (ma c’e’ rispetto reciproco per le convinzioni differenti), si impegna per i poveri e i bisognosi, crea occasioni di unione, svago e crescita, non fa proclami assurdi come quello che cito. Se non fosse per la bella gente con cui collaboro mi sarei da tempo allontanato da questa Chiesa che sembra inseguire l’integralismo.

Comunicato vergognoso davvero.