Avventure di un quarto di secolo fa…

25 anni e un giorno fa oggi completavo la prima versione pubblica di un programma per la piattaforma Amiga che mi avrebbe cambiato la vita.

Si chiamava HTTX ed era un convertitore da HTML a testo utilizzabile da linea di comando. Aveva un sacco di opzioni creative come la conversione in ANSI.

Ebbi la fortuna di entrare in contatto con lo sviluppatore di AWeb, allora e a lungo il miglior browser per Amiga. Il mio convertitore venne incluso nella distribuzione ufficiale del programma. Non ci guadagnai niente economicamente (solo una copia originale del CD di AWeb spedita dal Canada) ma come esperienza fu fenomenale, anche perché da lì fu facile diventare betatester delle nuove versioni. Ricordo la curiosità e l’emozione quando, ogni lunedì, la mail impiegava più tempo a scaricarsi perché c’era la nuova beta allegata. Spesso conteneva correzioni di bug trovati da me e nuove funzioni che avevo proposto io!

Poi AWeb venne incluso nelle nuove versioni del sistema operativo di Amiga 3.5 e 3.9 e con esso il mio programma. Anzi, quelli che ormai erano gli amici di AmiTrix (il distributore canadese) mi fecero anche entrare nel team di betatester delle nuove versioni del sistema operativo!
Anche lì, nessun guadagno ma il primo NDA della mia vita ricevuto per posta, compilato e spedito via fax dal tabaccaio vicino casa, orgoglioso che un “ragazzo” che aveva conosciuto bambino facesse “cose importanti e segrete con i tedeschi“. Giacché la Haage & Partner, cui era stato affidato lo sviluppo, era tedesca.

Mi trovai così a dialogare e collaborare con alcuni dei geni che avevano creato l’OS del computer che avevo amato sin dall’adolescenza!
…e pensare che tutto era partito da un programma in AmigaE scritto per necessità personale.

Quando nel 2005 ho abbandonato definitivamente Amiga ho rilasciato HTTX e tante altre piccole cose con licenza GPL, quindi se lo volete è tutto vostro. Oggi esistono compilatori E per tutte le piattaforme.

Tuttavia la storia di HTTX non si limita a una splendida avventura informatica ma ha un lato umano che per me vale anche di più.

Rilasciai HTTX come freeware, cioè gratis, ma con l’invito a chi lo avesse trovato utile a fare una donazione a un’associazione che si occupava di aiutare i bambini in difficoltà. Ricordo come fosse ieri l’email di un signore che mi ringraziava per il programma e mi comunicava che aveva fatto una donazione a un’organizzazione che dava coperte e cibo ai bambini di strada di San Pietroburgo. Sì, perché ancora a fine anni ’90 (e forse tuttora) in quella città c’erano bambini che vivevano per strada e nelle fognature…

Pensare che il tempo speso a immaginare e programmare HTTX avrebbe portato sollievo a qualcuno di quegli angioletti mi diede e mi dà tuttora una grande emozione.

Coming soon…

Non manca molto a un aggiornamento totale del mio sito personale. Non il blog, proprio il sito www.favrin.net

HTML5, adatto anche a cellulari e tablet, con qualche cosa vecchia potata e tante pagine aggiornate, che qua gli anni passano e si accumulano vita e cose da raccontare…
Il lato tecnico è stato il primo aspetto che ho affrontato, perché il sito era di fatto fermo a un po’ di anni fa. Aggiornare (pigramente) i contenuti ha richiesto più impegno, ma ormai è quasi tutto fatto…

Arriva presto ;)

E un bel giorno…

E un bel giorno ti chiama don Gianni e ti chiede se si puo’ creare un modulo di iscrizione a un evento su Mestre. Dovrebbe chiedere questo e quello, ma non sul sito della parrocchia che magari uno che non e’ cristiano non ci va volentieri.

Lo ascolti e la mente attiva tutti i neuroni (quelli rimasti, alla tua veneranda eta’) per immaginare cosa fare e dove… e mentre lui parla tu pensi “uso MailPX, il mio mailer creato tanti anni fa per una sfida con un amico” e “OK ma dove lo metto? Mestre… Mestre… ecco! Gli dico che lo metto su Mestre semplice!” e glielo dici, senza pensarci troppo.

Lui apprezza, si fida (fiducia conquistata in otto anni e non scontata) e ti dice che se lo finisci per le 18 e’ perfetto. Sono le 16.

Recuperi il programma. E’ uno di quelli che semplicemente funzionano, quindi ti sei quasi dimenticato come si imposta. Fai mente locale. Sistemi la config e via, anche perche’ don Gianni mica ha aspettato e ha gia’ detto a mari e monti l’indirizzo dove iscriversi.

Poi pero’ ti viene in mente che “Mestre semplice” non lo tocchi da anni, si puo’ dire da una vita fa. Vedi mai che qualcuno lo guardi… e via a controllare i contenuti e poi aggiornare cio’ che serve per renderlo fruibile da cellulari e tablet. Una bella avventura dato che non stai nemmeno bene (perche’ se stessi bene stamattina saresti andato alla Prima Comunione della figlioletta del tuo grande amico Manuel, sigh…).

Non son cose difficili, in un paio d’ore son fatte, hai imparato a farle bene in altri progetti, ma farle se non sei al top e’ piu’ difficile di quanto non sia normalmente con i limiti con cui sei abituato a convivere. Pero’ alla fine tutto va al suo posto e scopri che hai fatto bene perche’ ‘sta cosa di don Gianni non e’ proprio piccola, anzi probabilmente ne parleranno in tanti.

E, insomma, “Mestre semplice” che fino a qualche tempo fa pensavi pure di chiudere, torna a splendere e ospita la prestigiosa iniziativa Dialoghi per la citta’!

Ne capitano di cose belle, quando meno te l’aspetti e quando vinci tutti i “non ci riusciro’“, “non funzionera’…“, “non so se…“.

Piccole cose

Oggi e’ il 21 febbraio, l’anniversario di un giorno che mi ha cambiato la vita, un giorno di festa. Ma credo che da oggi in poi ricordero’ il 21 febbraio anche per una lettera che ho ricevuto. Una signora che usa il mio “contagiorni” per ricordare il passare dei giorni da una tragedia che e’ occorsa nella sua vita (resto volutamente vago per rispetto).

Mi ha colpito molto, scrivo sull’onda dell’emozione.

Mi ha colpito perche’ mi riafferma la consapevolezza che tutto cio’ che facciamo, che doniamo, puo’ servire, puo’ rappresentare qualcosa per qualcuno che magari nemmeno conosciamo o conosceremo mai. Qualcosa di noi restera’, che siamo stati grandi grandi o piccoli piccoli, che abbiamo creato astronavi o i livelli di un gioco, se doniamo con amore, qualcosa resta. Scrivi su un blog, su Twitter, su un sito, ma non sai chi ti legge oggi, domani o fra un secolo.

L’ho fatto per Francesca, l’ho fatto per insegnare la sicurezza, l’ho fatto pure per motivi sbagliati o che credevo giusti, a volte. L’ho fatto per raccontare la speranza di un “dopo” o ringraziare per un dono.

Non sono qui a vantarmi, sono qui a commuovermi perche’ capisco che sono riuscito a dare qualcosa a qualcuno. Lo so, me lo dicono, ma certe cose arrivano inattese, magari in periodi piu’ difficili, e toccano il cuore.

Caro diario 2, giorni straordinari

“Buonasera don Armando sono Gabriele Favrin, posso rubarle due minuti?”
“Anche una vita intera!”
“Devo farle una proposta…”
[…]
“Per me va benissimo!”

Si’, l’ho fatto.
Si’ gliel’ho chiesto.
Si’, ho proposto a don Armando una cosa folle. E gli ho anche detto che dobbiamo farla subito. E mi ha detto SI’!

Per scaramanzia svelero’ di cosa si tratta quando sara’ fatta, o sabato o lunedi’. Qui voglio appuntarmi solo che… credo che ho fatto buona musica, citando il Facchinetti, se un sacerdote ottantacinquenne mi da’ il via libera per una cosa che non ha mai visto fidandosi delle mie parole.

Felice, davvero felice e un po’ scosso dal coraggio che ho trovato e non credevo di avere e dal SI’ ricevuto!

E come ieri (5/9) e’ stato un giorno straordinario per me, altrettanto spero che sia oggi (6/9) per una persona splendida di cui sono infinitamente orgoglioso e che affronta un prezioso test di ingresso a Bologna. E pure il 9/9 dev’essere straordinario per lei!

Fare un passo indietro

E cosi’ arriva anche il giorno che lasci qualcosa che hai curato con amore per 8 anni.
Perche’? Perche’ quando viene meno il rispetto, la considerazione delle competenze, il dialogo costruttivo e la collaborazione reciproca, cade tutto e di impegnarmi per qualcosa a fin di bene e ricavarne amarezze non ho piu’ voglia.
Riconosco di avere un brutto carattere ma una cosa cerco di dare e chiedo: rispetto. Quando manca, beh preferisco scendere. Di modi per far del bene ce ne sono tanti e di persone che chiedono il mio aiuto anche, a partire da don Gianni e don Armando, che si contendono il mio tempo. :)

Non sempre serve reinventare la ruota…

…e cosi’ quando apprendi che l’invio di mail dal tuo sito verso gli utenti incontrerebbe meno ostacoli se invece del sendmail del server web, usassi il server SMTP del tuo webhost, con auth e pure firma DKIM, non ti resta che fare a meno di mail() e… includere la classe PHPMailer che fa di tutto e di piu’ e che piloti con poche linee di codice.

Certo i puristi (categoria di cui in fondo faccio parte anch’io) possono storcere il naso, ma se ti occupi di del progetto X, il cui fine ultimo non e’ inviare mail, perche’ devi spendere tempo a reinventare cio’ che altri hanno fatto cosi’ bene, condiviso con licenza libera e che funziona?
Oltretutto e’ stata l’occasione per imparare e per integrare nel mio software uno strumento di largo uso.

Fin qui i risultati sono stati ottimi e molti problemi legati all’uso di mail() si sono volatilizzati. In piu’ ora se dovessi adottare un servizio terzo di invio mail (come SendGrid), avendo gia’ il supporto per l’invio di mail tramite SMTP auth, mi basterebbe modificare una linea di configurazione.

Non si finisce davvero mai di imparare e oggi ho acquisito due competenze preziose… che mi sarebbero state utili tempo fa, fra l’altro!

The song of Freedom

Trovo per caso il titolo della splendida musica sinfonica che accompagna il ritorno della Terra (si’ l’ho scritto giusto) nel sistema solare durante la puntata “La fine del viaggio” di Doctor Who, serie di cui mi sono recentemente innamorato (grazie Rai4).
La cerco sul tubo e me la becco nientemeno che dalla Royal Albert Hall. Gia’ nel telefilm era emozionante. In questa versione mette i brividi! E’ una musica che trasmette un senso di gioia, di forza, ti fa pensare d’aver raggiunto qualcosa che forse credevi di non poter raggiungere.

Ecco, sono le sensazioni che provo oggi. Si e’ l’8 luglio. Un anno fa partiva il sito che in sei mesi (+ 10 anni d’esperienza) ho costruito con un gruppo di amici. Un sito diverso da altri che ho fatto o a cui ho collaborato. Un sito dove tutti sono parte di un grande progetto e camminano insieme nel rispetto delle idee e delle differenze. E adesso questo crescendo musicale mi emoziona e mi fa pensare… ma ti rendi conto Gabriele che l’hai fatto davvero? Hai lasciato una storia che certo ti era diventata faticosa ma che in fondo era rassicurante e hai camminato con le tue gambe. Hai creato da zero un forum? Si’, l’hai fatto. E pure dei blog. E pure tutte le altre cose che per anni sognavi, immaginavi, proponevi…

E ti hanno dato ragione: a parte alcuni invidiosi che non sopportano la felicita’ altrui, e’ apprezzato. Lo apprezzano quelli che lo linkano, lo apprezzano e consigliano quelli che insegnano ma soprattutto lo apprezzano quelli che lo vivono giorno per giorno e scrivono “Grazie a tutti gli utenti perchè rendono questo gomitolo bello grosso e pieno di fili colorati, che ogni giorno colorano un pò la mia vita donandomi un pezzo di loro stessi.”

The song of freedom mi fa commuovere e pensare a quel che siamo riusciti a fare in un anno, alle sfide con me stesso che ho vinto! Mi fa quasi tremare guardarle tutte. Leggo il diario di lavoro, sfoglio il codice. Si l’ho fatto. Si’ ho trovato la forza di alzarmi e camminare con le mie gambe. E soprattutto, si’ ho reso felici delle persone.
Il concerto e’ accompagnato dalle immagini della puntata. Il piccolo TARDIS (una cabina telefonica blu’) che trascina l’intero pianeta Terra. Per l’occasione lo pilotano in sei, i protagonisti piu’ noti. Noi siamo in sette. Sostituisci la Terra con un grosso Gomitolone. L’ho fatto. L’abbiamo fatto. Non so ancora come ma ce l’abbiamo fatta.
Grazie a Dio e grazie agli amici!

Ho sbagliato

Mettere il proprio nome sulle cose riuscite va bene solo se si e’ disposti a metterlo anche sugli insuccessi e gli errori. E io ne ho commesso uno grosso e l’ho detto apertamente, su un foglio che sara’ domenica in mano di tutti quelli che andranno a Messa a Carpenedo. Ed essendo Messa di Pasqua ci andranno anche gli occasionali (come me).

Avrei potuto farne a meno e forse in un’ottica di promozione della propria immagine avrei dovuto, secondo il pensiero dell’epoca dei social network, ma se sono abituato a dire quel che penso anche andando contro l’opinione comune negli ambienti che frequento, e’ giusto che ammetta se sbaglio.

E ho sbagliato. Ho lasciato alcune directory (cartelle, per chi usa Windows) aperte in scrittura a tutti su favrin.net e sul sito della parrocchia. E quando s’e’ verificato un attacco massiccio agli account di Dreamhost un farabutto (persona? organizzazione? poco conta) ha trovato le mie cartelle aperte, ci ha inserito un bel PHP, l’ha eseguito e ha infettato per bene i siti, che rimandavano a postacci semplicemente aprendo le pagine.

Non e’ successo sui siti piu’ recenti, da quelli di don Armando al Gomitolo (dove sono iper paranoico e imposto tutto con l’accesso piu’ limitato possibile).

E’ successo sui siti che curo da quando era abitudine usare MOD_PHP e quindi alcune cartelle dovevano restare piu’ accessibili. Nel tempo li ho migrati a PHP sotto FastCGI ma ho scordato di mettere in sicurezza tutte le cartelle. E puff. Poco importa che sia successo anche a molti altri comprese aziende e studi di esperti.
Ho sbagliato. Dovevo essere piu’ attento e soprattutto piu’ umile: quando ai primi di marzo Dreamhost ha pubblicato questo avviso circa i permessi ho pensato “beh io sono a posto”. Avrei invece dovuto dire “Gabriele, controlla bene se davvero le hai protette tutte”.

Andata. Qualche lezione a volte serve. Ho scritto su Lettera Aperta e nel blog parrocchiale del grande aiuto avuto da Dreamhost. E lo confermo: il supporto tecnico mi ha risposto celermente, dato ogni indicazione, fatto uno scansioni per me e mi ha insegnato a farli. Ho avuto la sensazione di parlare con persone amiche e supportive, non con un help desk commerciale.

Ora mi impegnero’ perche’ non ricapiti.
Per cominciare ho scelto la strada della decrescita: oltre a mettere in sicurezza i siti, dal mio ho tolto tutto cio’ che non ho tempo di seguire o verificare. Ne ha fatto le spese per esempio la povera Ally Chat.
Mi spiace per i nostalgici (come me). In futuro la rifaro’ in base alle competenze che ho accumulato dal 2003 in poi. Per ora pero’ preferisco concentrarmi sul Gomitolo e gli altri progetti correnti. Meglio poco ma fatto bene che tanto col rischio di perdere qualcosa per strada.

Epilogo

Ed ecco l’epilogo della storia. Lo posto in ritardo, e me ne scuso, ma fra feste, impegni e influenza (quella in corso) non ero piu’ andato da quelle parti.

Ed ecco la novita’: il nome sui miei articoli pubblicati dal noto portale con cui collaboravo e’ tornato, giu’ che piu’ in fondo non si puo’, ma da “copyright xxxx Gabriele Favrin” e’ diventato “A cura di Gabriele Favrin” con il loro copyright sotto relativo a tutti i contenuti del sito. Che in pratica a vederlo sembra che si’ l’articolo l’abbia scritto io ma il copyright sia loro.

Pensare che avevo chiesto formalmente di toglierli!
Che vogliamo farci. Ci vuol pazienza. Del resto poi leggo certe frasi e penso che in fondo siano loro i buoni: “La cosa per noi più triste è vedere un collaboratore (ed amico) per molti anni, parlar male di noi pubblicamente nel suo sito, ad ogni occasione, con vero odio e disprezzo.”

Peccato che poi mi tornino in mente le scorrettezze subite e gli insulti ricevuti in email negli anni e soprattutto negli ultimi mesi della nostra feconda collaborazione.

Io, cari gestori del portale famoso, me ne sono andato. Qual e’ il vostro problema ora?
Rispondete a voi stessi e poi occupatevi del vostro sito, senza gettare fango sugli altri che riescono a essere felici anche senza di voi.

Dimenticavo: questo non e’ un sito ma un blog.

Serieta’ vo’ cercando

Che bello vedere certe persone cadere tanto in basso da togliere i nomi degli autori da articoli che gli sono stati lasciati e su cui lucrano grazie agli onnipresenti banner pubblicitari.

Per fortuna io adesso respiro aria pulita e non permetto a certa gente di scroccare il mio lavoro.

Fine prima parte.
Nella seconda parte raccontero’ se hanno provveduto a rimuovere l’articolo (e gli altri) come ho formalmente richiesto…

10 anni, quasi

Il 25 settembre sarebbero stati 10 anni.
10 anni da quella mail con cui mi offrivo, presentandomi con la massima serieta’ come e’ mia abitudine fare, di aiutare delle persone in un progetto che mi piaceva e che mi dava l’opportunita’ di scrivere per un pubblico diverso da quello molto tecnico per il quale avevo scritto sino ad allora.

Tanta acqua e’ passata sotto i ponti, tante cose sono cambiate e in 10 anni ho capito che la cosa piu’ importante quando porti avanti uno spazio per il pubblico e’ dialogare alla pari e ascoltare le persone che lo frequentano.

Farlo e’ difficile, intendiamoci. Chi ha creato un castello o un grattacielo di 50 piani non puo’ non ingoiare un po’ sentendosi tirare la giacca da una bimba alta due mele o poco piu’ che gli chiede di aggiungere una piscina sul terrazzo o magari di fronte a ogni meraviglia costata ore di lavoro si lamenta per il colore delle tende!

Ho creato tanti siti ma il Muro ieri e il Gomitolo oggi sono diversi. Sono siti nei quali conosco gli utilizzatori, parlo con loro, li ascolto e cerco realizzare le loro proposte. E so bene che finche’ vorro’ farlo, finche’ riusciro’ a farlo, continuero’ ad essere felice di curare questo sito che ogni giorno mi regala soddisfazioni. Il riconoscimento da tanti insegnanti e portali vale, ma un grazie dai giovanissimi fruitori e dai loro genitori o insegnanti vale ancora di piu’.

Negli anni vissuti collaborando volontariamente a quel famoso sito sono cambiato in meglio. Sono diventato piu’ attento alle esigenze del prossimo e piu’ riflessivo. Mi e’ pure stato dedicato un articolo che conservo fra i bei ricordi di quell’esperienza.

Poi, circa un anno fa, fra i monti di Comano, ho capito che quell’avventura stava volgendo al termine. Non certo per i fondatori del sito ma per me, perche’ i nostri punti di vista e finalita’ erano troppo diversi. I mesi successivi hanno confermato quei pensieri di montagna e appena sono riuscito ho concluso la mia esperienza li e ne ho avviata una nuova, in fondo proprio come mi era stato suggerito pure da loro.

Avrei dovuto farlo prima ed evitare che i rapporti degenerassero? Probabilmente si’, anche se e’ buffo a posteriori sapere che nemmeno la mia uscita e’ bastata a evitarmi frecciatine e offese (e purtroppo non solo a me). Ma questo e’ l’animo umano, che a volte si lascia prendere dall’ira e dall’invidia, vedendo che qualcuno sta bene anche senza di noi. Capita anche a me talvolta, perche’ lamentarmi quando succede agli altri?

Io oggi sono felice, almeno per questo progetto. E lo sono piu’ di quando collaboravo volontariamente all’altro. Non perche’ comando io -in realta’ siamo una democrazia in cui la voce di tutti conta- e nemmeno perche’ posso realizzare tutti i programmi per bene. Anzi questo lo sento come un peso sulle spalle e una grande responsabilita’: e’ piu’ facile anche psicologicamente delegare la guida ad altri e sentirsi una ruota, non una parte del motore.
Sono felice perche’ finalmente ho creato qualcosa che mi da’ l’opportunita’ di imparare, tecnicamente e umanamente, di conoscere altre persone e idee differenti, di mettermi al servizio degli uomini di domani e soprattutto di contribuire, pur se in minima parte, a disegnare un mondo migliore.

Come ho detto, quasi 10 anni che mi hanno cambiato, credo in meglio. Di certo oggi sono felice e contribuisco a rendere altri felici. Cosa si puo’ desiderare di piu’?

Where I am?

Sono occupato.
Sto facendo quello che mi piace.
Funziona e sono felice.
E questo live del MIO adorato Roby che canta “Vento nell’anima” mi da’ la carica giusta.
Quanto adoro la sua voce!

In un mese assieme a delle brave persone ho dato vita a una casa virtuale molto ma molto piu’ bella della vecchia, soprattutto perche’ ci stiamo bene tutti ;)

Non che non ci siano preoccupazioni e dispiaceri nella mia vita ma se penso a cio’ che sto facendo sono felice e la musica e la voce di Roby in questo momento aggiungono serenita’ alla magia.

Un bel regalo

Non e’ un bel momento sul piano personale ed emotivo ma c’e’ una cosa che mi rende felice.

Con alcuni amici ci siamo fatti un bel regalo. Non dico “peccato non averlo fatto prima” perche’ probabilmente prima non ne ero in grado, tecnicamente ed emotivamente, ora si, grazie anche alle persone che sono con me.

Ci siamo regalati un sito. E’ nato dal lavoro di un gruppo di persone vere e belle, motivate dal voler condividere tempo e competenze per il bene comune, non dal volersi sentire importanti.
Ora con loro sono in prima linea. Con il carico di impegno attenzione e responsabilita’ che cio’ richiede. Penso mi aiutera’ anche a non cadere in depressioni facili.

E’ un sito piccolino, che non aspira a diventare famoso come i grandi della sua categoria. Oreste dice che lo diventera’ (e in effetti con quello che abbiamo in serbo potrebbe anche accadere – e’ bello non essere da soli a far le cose!) ma solo a essere un bel posto, sicuro, semplice e limpido, per chi ci vuole stare.

E finora direi che il messaggio e’ stato recepito. A piccoli passi andremo avanti, nonostante ci sia chi non ha altro da fare che attaccare gli altri. Ma in fondo chi se ne importa? Noi andiamo avanti sereni, facciamo le cose bene e rispettiamo tutti.

E’ bello e, almeno per questo progetto sono felice.

Indovinello

Un giorno Pierino scrive un tema e lo presta gratis ad un sito che lo pubblica.
Poi dopo tanti anni Pierino chiede al sito di togliere il suo tema perche’ vuole rilasciarlo con una licenza Creative Commons NC ND BY (che teoricamente permetterebbe anche a quel sito di ripubblicarlo, ma in una pagina senza banner).
Come si definisce il comportamento di chi, invece di rispettare la richiesta, toglie il nome di Pierino e lascia l’articolo online?

Punto e a capo

31 dicembre 2010. Una giornata di sole tiepido. Sono in cammino verso non ricordo dove.
Un flash nella mente: “e se io non fossi piu’… se non avessi piu’ quel ruolo?”
Il ruolo e’ quello che ho avuto per dieci anni in un noto portale. Un’avventura bellissima, segnata da alcune tensioni interne che di li a poco sarebbero esplose.
E infatti quella sera stessa l’affondo. Il primo di una serie che avrebbe vissuto una escalation su cui e’ meglio soprassedere.
E’ stato pero’ in quel flash che ho metabolizzato quello che e’ avvenuto oggi.
Da quel giorno a oggi il lavoro e’ stato tanto, per creare una rete di contatti nel mondo reale. Per programmare, per immaginare, per… imparare a vedermi in un ruolo diverso.
E adesso ci siamo. Non sono piu’ l’aiutante (recentemente molto elegantemente definito “servitore”). Adesso me la gioco in prima persona. Con le mie capacita’, le mie idee, i miei sogni, le mie paure, il mio essere uomo e programmatore, sognatore e guida, irruento e rispettoso. Ho amici, non soci o collaboratori, che condividono il mio sogno. Lavoriamo insieme in sintonia in un percorso che non ha visto oggi il traguardo ma solo il primo tormentato passo di tanti. Gia’ fra pochi giorni arriveranno cose nuove. A settembre poi…
Reinventarsi e’ dura. Cambiare casa, pur se virtuale, o abitudini, e’ impegnativo e fa sentire spezzati. Ma e’ un momento. Io l’ho vissuto a gennaio e mi ha fatto sentire disorientato. Altri lo vivono oggi e provano lo stesso. Ma e’ la vita. Saremo ancora felici. Forse di piu’.
Ora serve solo il coraggio di togliere la stellina gialla a posti frequentati per una vita. Il coraggio di guardare davvero oltre. Perche’ ce lo meritiamo. In senso positivo.

Ecco che regalo mi sono fatto e ho fatto per festeggiare la mia nuova cifra 4 negli anni. Un nuovo portale, in cui insegnare e sognare. In cui dare e donare. In cui imparare e costruire per il bene di chi domani avra’ in mano questo mondo.
Benvenuto, Gomitolo.

Notte, musica, pspad…

Stanotte si programma, e al solito si fanno tre cose alla volta, fra cui due update di siti religiosi di cui mi occupo. Serve a usare l’adrenalina di una giornata in cui sono state seminate cose buone per il futuro prossimo e si sono fatti alcuni errori che era meglio non fare.

Nel mentre un live dei Tazenda tutto in sardo mi riporta al 1992 cosi’ guardo al domani ricordando i sapori di ieri…

E’ (quasi) tempo di volare!

Filo dopo filo ho quasi raggiunto la meta di questa… rinascita personale.
E’ una lunga strada, anche perche’ 10 anni non sono un attimo e traslocare cuore e mente richiede un certo impegno, ma sono stato costretto e, in fondo, ne sono felice.

Se fosse un progetto conto terzi sarei nei guai perche’ per un motivo o per l’altro ho spostato tutte le deadline che mi ero dato. L’ultima sarebbe imminente ma la sposto indefinitamente e mi baso sul giusto commento di una delle persone che mi appoggiano e aiutano in questa nuova avventura: “sara’ pronto quando sarai pronto tu”. Io lo sono all’85%, piu’ che a marzo. Meno che a gennaio forse ma li c’era anche una dose di adrenalina (leggi “incavolatura”).

Le idee ci sono, la testa non dico che ci sia tutta ma e’ quasi ok. La rete umana (nel mondo reale) alle spalle c’e’. Manca poco ma devo sentirmelo dentro. Sicuramente entro giugno sara’ online perche’ fara’ parte di due progetti culturali nel “mondo reale”. Volevo finirlo prima del 5 maggio quando dovro’ affrontare una cosa, un po’ come avvenne con Mestre Solidale nel 2009 (nato certo per mantenere una promessa fatta a don Armando ma anche per tenere la mente occupata in un momento difficile), ma questa volta non ho saputo concentrarmi abbastanza. Pace, ogni esperienza e ogni tempo e’ diverso e comunque non c’e’ paragone fra quella situazione e questa.

La programmazione di questo progetto non e’ difficile e il grosso e’ fatto, anche se restano alcuni punti critici da affrontare. Il dominio c’e’ e ha tre mesi quindi evitiamo pure i problemi con gli antivirus che penalizzano i domini troppo giovani.
La prima vera difficolta’ e’ stata “pensare diversamente”, non programmare. La seconda difficolta’, pero’ formativa, e’ stata operare in team, ascoltare e accettare le proposte del gruppo volontario di care persone che, strumento penna di Photoshop alla mano l’una e tanta fantasia le altre, hanno stravolto, trasformato e personalizzato le mie bozze, con un risultato finale secondo me stupendo, fresco, moderno e vivace.

Il soggetto di questo post e’ volutamente vago. Chi mi conosce sa di cosa parlo, agli altri diro’ solo che sto creando qualcosa di nuovo. Non “mio” ma “nostro”, per tutti quelli che ne faranno parte. Qualcosa di culturale, divertente e social allo stesso tempo.
Un’utopia, forse, ma si vive per sognare.

E come cantano i Pooh:
E’ tempo di volare, qui niente cambia mai
non c’è più bisogno di noi, la vita è sogno.
E’ là che io voglio andare, è là che ti porterò
dove comincia il Sole, e nasce la libertà!
Grandi sognatori di terre e mari
guardan l’orizzonte aspettando noi!